Casa Ali e Radici – Agathà

casa semi-autonomia ali e radici per giovani ragazze maggiorenniCasa per la semi-autonomia "Ali e Radici"

La casa per la semi-autonomia "Ali e Radici" nasce in continuità all'esperienza maturata dall'équipe educativa dell’Associazione Agathà presso la Comunità "Ai Celestini". Dopo i primi tre anni di lavoro, crebbe consapevolezza che la comunità per minorenni è fondamentale, ma è uno strumento non sufficiente: c'era la necessità di realizzare un contesto educativo per ragazze maggiorenni con situazioni familiari di disagio. La finalità principale del progetto è riattivare quei processi evolutivi che si sono interrotti nelle condizioni disagiate.

Le giovani donne abitano in un contesto comunitario simile a quello della Comunità "Ai Celestini", ma più leggero e orientato all'acquisizione di autonomia. La casa di semi-autonomia si pone infatti l'obiettivo di rinforzare le ragazze senza interrompere prematuramente un percorso di crescita, che comporterebbe il rischio di perdere competenze ancora non completamente acquisite.
La comunità residenziale per la semi-autonomia si rivolge a giovani donne tra i 18 e i 21 anni che si trovano in difficoltà dal punto di vista sociale e familiare, in stato di abbandono o in percorsi alternativi alla detenzione. Lo strumento educativo centrale è un progetto educativo individualizzato, affidando però alle ragazze maggiore responsabilità in ogni singolo passaggio: definizione condivisa, verifica e ricondivisione.

Gli educatori non sono sempre fisicamente presenti, ma sono comunque reperibili 24/7. Svolgono la funzione di monitoraggio del percorso, controllano l'adeguatezza dei comportamenti e fanno da collegamento con i servizi sociali e territoriali: si pongono come adulti di riferimento, tutori di resilienza e promotori dell’autonomia, supporto nelle difficoltà e nelle fragilità.
La casa può accogliere quattro ragazze contemporaneamente, per un periodo di permanenza non superiore all'anno. La casa è abitata anche da tre volontarie, giovani donne lavoratrici o studentesse, che condividono con le ragazze spazi e tempi di vita: si crea un modello di inclusione sociale che le vede essere un riferimento importante poiché si porranno come esempio concreto delle modalità possibili di assunzione e rispetto di impegni e responsabilità, pur non assumendosi responsabilità educative formali.

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