CASA DOLCE CASA – i biscotti solidali – 01/03/2015

CASA DOLCE CASA - i biscotti solidali

da Il Jolly n.103 - febbraio 2015
di Edvige Invernici                                                        
 
 
I BISCOTTI "CASA DOLCE CASA"
 
Pochi e semplici ingredienti, quali farina, burro, zucchero, uova e qualche goccia di cioccolato sono sufficienti per ottenere ottimi biscotti. Ciò che ha reso speciali quelli offerti dalla cooperativa sociale L’Impronta in occasione della campagna “Casa dolce casa” sono stati il fine, il confezionamento, le relazioni. 

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Il fine
Dal 1992 la cooperativa sociale L’Impronta abi
ta la nostra terra in varie forme: crescendo con le comunità dei diversi territori, vivendo accanto alle persone e alle loro storie, collegando diverse realtà tra loro perché si generi nuova ricchezza, progettando nuovi modi di mettersi in relazione e di lavorare con gli altri, sognando nuove strade nel pensarsi uomini e donne radicati in un territorio. Non lo fa da sola, ma con chi crede che pensare la comunità in forme nuove sia un’impresa possibile.
Lo fa anche attraverso la realizzazione di progetti rivolti a persone con disabilità, ponendo al centro il loro protagonismo in funzione delle proprie abilità, potenzialità, propensioni e prestando attenzione alle dinamiche che considerano i cambiamenti e le evoluzioni di ciascuno. Ogni progetto individuale è pensato dall’équipe educativa della realtà residenziale in dialogo con la famiglia, i servizi sociali interessati e le realtà del territorio dove ognuno può trovare compagni di vita.
Gli appartamenti, gestiti dalla cooperativa, per i quali è stata ideata la campagna “Casa dolce casa” sono due: Cà librata, di proprietà della cooperativa stessa, che sorge a Boccaleone, quartiere del comune di Bergamo e Casa di Luigi, di proprietà dei parenti di un residente con disabilità, che sorge a Osio Sotto (Bg). Le dieci persone con disabilità che li abitano stabilmente e le quattro che vi svolgono progetti diurni, condividono il quotidiano con nove operatori che turnano sulle ventiquattro ore, cinque volontari e con il territorio.
Casa dolce casa si proponeva di offrire duemila confezioni di biscotti da cinquecento grammi ciascuna per raccogliere donazioni finalizzate al sostegno dell’abitare sin qui descritto.
Casa dolce casa, ha raggiunto l’obiettivo con un attivo di circa seimila euro, grazie alla sensibiltà di tutti coloro che hanno accolto la proposta di dare al Natale il senso de L’Impronta.
 
Il confezionamento
Belli e buoni i biscotti. Stelle, cuori, lunette, cialde picchiettate di gocce di cioccolato. Fragranti e croccanti. Ma il tocco raffinato lo realizzeranno le confezioni: pizzi, merletti, rafia, nastri di raso variopinti e perfino macramè tra i cui trafori passare nastrini con pazienza certosina allo scopo di creare contrasto cromatico.
Ore e giorni a inventare, sperimentare, insegnare e imparare. Sì, perché come in ogni campo, anche in quello di “fare i pacchetti” c’è chi eccelle e insegna, c’è chi da solo non ce la farebbe mai ed ha necessità d’imparare. Nel nostro caso, alla fine e nonostante le forbici poco affilate, le confezioni saranno molto apprezzate.
 
Le relazioni
Metti al centro di un tavolo quanto descritto prima e sboccia la socializzazione, circola la conoscenza, si creano intrecci e, qua e là, si curano gi aspetti educativi.
 
Uildm mette a disposizioni gli spazi della propria sede, accoglie le persone: saluti, qualche bacio e abbraccio, le battute di Angelo, i suggerimenti, le raccomandazioni di Olivia. Poi raccoglie i soldi e tiene i conti in accordo con Marina, l’amministrativa della cooperativa; alla fine quadrerà tutto. Alla fine registrerà un ricco bottino di nuove conoscenze e consoliderà le relazioni in essere.
 
Cà Librata, uno degli appartamenti protetti gestiti dalla cooperativa, invia i suoi ospiti e i suoi operatori per tagliare nastri, centrare il forellino del flyer con il cordoncino per annodarlo al sacchetto, infiocchettare e inscatolare il prodotto finito. Operazioni che spetteranno a tutti i gruppi ognuno dei quali avrà un direttore artistico: in questo caso, Gabriella.
 
I Servizi formazione autonomia (SFA) di Azzano San Paolo e di Seriate costituiscono la formazione più numerosa e vivace: mentre lavorano hanno sempre qualcosa da raccontare. Conversano e producono. Dirige Marina, mentre Chiara tramanda le sue abilità agli operatori che si alterneranno e gareggia col figlio Gabriele che si è dato un obiettivo ambizioso: confezionarne cinquecento.
 
Il Lab-oratorio di Malpensata preleva alcuni sacchetti da confezionare all’oratorio mentre gli utenti delLaboratorio autonomia di Via Presolana si dedicano a questa attività con assiduità presso la sede della Uildm il giovedì mattina sotto lo sguardo vigile di Marinella. E siccome è piovuto, è piovuto ed è ancora piovuto, non sono rimasti soli: li ha raggiunti il gruppo addetto al lavoro nelle serre comunali, costretti dal maltempo a disertarle e ben lieti di dedicarsi al confezionamento dei biscotti.
 
Gli intrecci

Agathà e “Ali e radici” hanno inviato le loro ospiti accompagnate da Suor Zonia e si sono incrociate con gli ospiti del Centro diurno disabili (CDD) di Via Presolana che abitualmente raggiungono Uildm il lunedì mattina. Con la sola eccezione di un’ora dedicata ai tradizionali festeggiamenti dell’ultimo lunedì del mese,  hanno collaborato con le instancabili e onnipresenti Gabriella, Alice e Simona, operatrici di Cà librata e con gli utenti del Laboratorio autonomia.
 
Soci e dipendenti. Per due giovedì sera si sono dati appuntamento alle 18 per il confezionamento, interrotto solo da una pizza. Marina, Simone, Marco, Patrizia, Marianna, Ilaria, Annalisa, Danila, Francesca, Diego e Valentina: c’è chi chiude i sacchetti con i flyer e chi li abbellisce con i nastri, chi ripone nelle scatole i sacchetti pronti, che attacca gli adesivi. Mariti e figli arrivano per condividere questi momenti e farli diventare parte della storia familiare. E, a notte quasi inoltrata, una lunga fila di socie-educatrici esce dalla Uildm in silenzio: ciascuna di loro reca una scatolone mentre Simone, con l’aria di un “boss in incognito”, le guarda compiaciuto.
Soci e alcuni dipendenti sono stati il vero motore di questa impresa: chi non ha confezionato, si è dato da fare per collocare i biscotti coinvolgendo parenti, amici, esercizi pubblici, imprese. In molti, per la colazione, hanno modificato le proprie abitudini alimentari.
Roberta e Silvia sembra facciano a gara nell’offrirli agli amici e ai bar dei conoscenti; Marianna ha proposto al padre e alla sorella di donarli ai dipendenti della propria ditta: “Non si può fare un vero e proprio pacco?”. Ne è nato un ricchissimo regalo solidale: in borse porta torta di raso blu confezionate da una sarta volontaria della Uildm sono state inseriti i cuori di cioccolato Telethon, una confezione di biscotti, le marmellate e il sale aromatizzato prodotti da Cà librata. Le undici borse finite: una vera bellezza, chiuse con nastri e pizzi e con le stelle create da Edvige all’uncinetto. Tutto ton sur ton. Gabriella ha proprio buon gusto e le aiutanti, Alice e Michela, le mani d’oro.
 
Scatoloni. Gli ordini si susseguono: “Altri venti sacchetti; li ritiro domani”... per telefono, per posta elettronica, di persona. Scatoloni con sacchetti da abbellire si accatastano prima nell’ufficio-laboratorio  di Edvige, poi nella sala pittura; scatoloni con sacchetti già infiocchettati vengono riposti da Angelo in segreteria; scatoloni con i sacchetti prenotati sono impilati nell’ufficio di Olivia con i nomi dei destinatari scritti con il pennarello. Scatoloni transitano da una sala all’altra; talvolta è necessario verificarne il contenuto, contare i sacchetti, controllare che non manchi nulla. Carla, volontaria della Uildm dalle mani di fata, sarà preziosissima nella pianificazione delle materie prime, nella verifica dei manufatti, negli aggiustamenti necessari. Marina, da L’impronta, telefona quasi ogni venerdì: “Qui in sede ne sono rimasti pochissimi, ne portate ancora? È proprio vero che il venerdì è il giorno dello shopping!”.
 
La Casa di Luigi non partecipa al confezionamento… troppo forte la tentazione di divorarli. Viene, allora, attivata la fitta rete di relazioni che circonda l’appartamento: in alcuni casi affiancati dagli scout di Brembate, in altri dalla volontaria Claudia e da Ninì, la vicina di casa, si organizzano ben tre banchetti al bar dell’oratorio, uno sul sagrato della chiesa e due al Conad di Boltiere. I volontari e i familiari ne acquistano in quantità da offrire ad amici e colleghi di lavoro. L’associazione Sguazzi li offre in occasione della festa di Natale; l’associazione Boomerang li usa per il rinfresco di apertura del festival “Di necessità virtù”. Un vero successone…
 
Cà librata organizza un banchetto al Conad di Boccaleone dove, grazie alla disponibilità dell’amico Nunzio, offre i biscotti ai clienti.
Anche Lorto è coinvolto: ai suoi banchetti natalizi offre i biscotti accanto alle piantine. E Gabriella ne pensa un’altra: “Il prossimo anno faremo delle confezioni miste, biscotti e sale con gli aromi dell’orto sociale… così non costringeremo le persone a scegliere tra prodotti diversi”.
 
Non c’è persona che transiti dalla sede della Uildm cui non sia presentata l’iniziativa e che, solitamente, non ceda alla gola… I colleghi di associazioni o servizi alla fine delle riunioni - in alcuni casi, durante - gli autisti volontari della Uildm, gli autisti de L’impronta, chi passa per consegnare fatture, il manutentore della macchinetta del caffè… almeno un sacchetto lo hanno preso. Stesso copione anche presso la cooperativa, quasi una gara per piazzarli tutti.
 
C’è stato chi si è stupito del movimento suscitato dal raggiungimento di un obiettivo, chi ha tramutato lo scetticismo in entusiasmo, chi pensa a una nuova campagna dove “fare così, invece che …” in un’ottica di continuo miglioramento.  
 
E Gabriele ha vissuto l'esperienza come positiva e arricchente.
 

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